Cinemania - Tutti pazzi per il Cinema!

Aftermath

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    premio oscar

    Group
    Member
    Posts
    3,016
    Reputation
    +13

    Status
    Offline


    Titolo originale: Aftermath
    Regia: Nacho Cerdá
    Interpreti: Xevi Collellmir, Jordi Tarrida, Ángel Tarris, Pep Tosar
    Genere: cortometraggio horror
    Durata: 30 mins.
    Nazionalità: Spagna 1994


    L'opera inizia documentando il lavoro di un anatomopatologo durante l'autopsia su alcuni corpi. Terminate queste scene, viene seguito il lavoro di un secondo anatomopatologo su un terzo cadavere, una giovane donna appena morta in un incidente stradale. Dopo aver restituito ai genitori il crocifisso che la ragazza portava al collo, l'uomo inizia il suo "lavoro": esegue numerosi scatti fotografici mentre mutila e violenta il povero corpo indifeso, per finire l'autopsia portandosi via il cuore. Il corto termina con una scena nella quale l'uomo, rilassandosi davanti alla televisione, dà in pasto al suo cane il cuore della ragazza.

    (Fonte)


    Ammetto di avere uno stomaco piuttosto forte di fronte alle scene di carneficine avanzate, dubito vi possa essere rappresentazione splattero-goresca in grado di turbarmi barra nausearmi. Anzi, è facile che dopo vada a farmi un panetto con la mortazza. Non so se questo, tuttavia, possa essere un bene: l'impatto emotivo che le immagini dovrebbero avere su di me, viene traviato dalla mia quasi totale impassibilità alla visione di smembramenti. Ciononostante, Aftermath mi ha colpita, e l'ha fatto favorevolmente. Nella propria messa in scena fortemente parafiliaca - il tema conduttore e suo fine è quello della necrofilia - presenta un taglio elegante, inteso quale corpus narrativo "logico", privo di buchi: ogni azione è la figlia diretta di quella che la precede, tanto da far presagire il nucleo pulsante della storia (il plesso filmico in cui l'anatomopatologo abusa sessualmente del cadavere della giovane dopo avervi infierito con diversi strumenti da necroscopia). La lentezza di questa narrazione, in particolare, è giustificata, rispetta i propri tempi, e qualora non l'avesse fatto non sarebbe riuscita a giungere ad un climax (sia fisiologico da parte del protagonista, sia mentale da parte dello spettatore) convinto e convincente. Il finale è interessante, anche se un tantino ipocrita: la dicotomia cromatica che si mostra a casa del patologo (e quindi vengono mostrati i due luoghi in cui egli si sente più al sicuro, verosimilmente, cioè la propria dimora ed il luogo di lavoro dove, è evidente, può indulgere in ogni atto gli garbi), e cioè il bianco latteo delle pareti, dei tendaggi e del suo pigiama (quindi rappresentazione della sua sfera relax, quando è implicito che le difese personali siano abbassate) ed il cremisi che più cremisi non si può del cuore frullato e dato amorevolmente in pasto al proprio cane (il cuore era ritenuto dagli antichi la sede dell'anima). Qualche attimo dopo, vediamo l'uomo di spalle mentre guarda la tv ed accanto a lui, sotto alla ciotola del bubù, la pagina del quotidiano locale con il necrologio della giovane morta della quale ha disposto come ha voluto. Perché ho definito il finale un tantino ipocrita? Perché non solo non fa altro che sottolineare la natura deviata del medico, ripetizione pleonastica, ma anche perché - probabilmente - vuole dare l'ultimo scossone emotivo allo spettatore, facendogli dire: "wow, pensavo di aver già assistito alla più disturbante delle deviazioni, ma sbagliavo".
    Stilisticamente parlando, ottima la scelta di non mostrare mai completamente il volto dell'uomo, riprendendolo sempre con la mascherina mentre si trova nell'obitorio, dando l'idea di volercelo far intuire quale separato da noi, quale indubitabilmente diverso, e di schiena mentre si trova a casa. Saggia scelta anche quella di non mostrare in PPP (primissimo piano) lo stupro al cadavere, riprendendolo da un piano medio per saltare, sulla conclusione, ad una MF (mezza figura).
    Aftermath è ormai vecchio di due decenni, ma si potrebbe credere sia stato girato la settimana scorsa. È senza tempo. Se amate qualche emozione "alternativa" potreste anche darvi un'occhiata, sennò ripiegate piuttosto sui Puffi perché, dichiaratamente, non è un film per persone sensibili 1) alla vista di organi interni, 2) organi interni manipolati, 3) organi interni manipolati in maniera eterodossa.
     
    Top
    .
0 replies since 31/1/2014, 00:06   52 views
  Share  
.