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La mummia

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    Titolo originale: The Mummy
    Regia: Terence Fisher
    Interpreti: Peter Cushing, Christopher Lee, Yvonne Fourneaux, Eddie Byrne
    Durata: 90 mins. ca.
    Nazionalità: UK 1959
    Genere: orrore


    Tre archeologi inglesi, due fratelli e il figlio di uno di questi, in seguito alle ricerche condotte in Egitto, scoprono la tomba della principessa Arnanka, sacerdotessa del dio Kranach. Allorchè i tre inglesi si dispongono a penetrare nella tomba, un indigeno cerca di distoglierli dal loro proposito, ma essi non tengono conto dei suoi ammonimenti ed essendo entrati nel monumento, trovano che tutto vi è rimasto esattamente com'era quattromila anni fa. Uno dei tre pero' impazzisce, e al ritorno in Inghilterra viene accolto in una clinica. Dopo tre anni giunge in Inghilterra l'egiziano che aveva cercato di distogliere gli archeologi dal loro proposito di entrare nella tomba. Egli porta con sè la mummia del sacerdote Charis, il quale, or sono quattromila anni, essendosi innamorato della principessa, era stato murato vivo nella tomba, ed è stato richiamato in vita dall'egiziano mediante la lettura di una formula magica. L'egiziano è venuto a vendicare l'offesa compiuta dai tre col profanare la tomba, e manda la mummia ad uccidere il primo del profanatori, il pazzo, che è trovato morto nella clinica. Suo fratello è la seconda vittima: resta soltanto John, il figlio dell'archeologo impazzito. Una sera infatti giunge nella casa di John la mummia, ma quando sta per strangolare la vittima designata, arriva improvvisamente la moglie di John, che assomiglia in modo impressionante alla principessa Arnanka. Ella ferma la mano della mummia, che dopo aver ucciso l'egiziano, s'inabissa in una limacciosa palude.

    (Fonte)


    Hanno sbagliato a catalogare questo film, decisamente. La Hammer era sì una casa di produzione attiva all'epoca e sorretta dalle colonne Cushing e Lee, specializzata in film a bassissimo costo sull'horror-andante, però con La mummia, rifacimento di una pellicola con Boris Karloff di qualche decennio prima, hanno cannato genere, perché hanno solo raccontato una storia d'amore perduto che i millenni non sono stati in grado di annullare. La mummia è sì pericolosa ed assassina, ma la sua "malvagità" nasce dall'aver troppo amato e dal non essersi rassegnata, sfidando sia la vita sia la morte per poter avere una chance di stare ancora - e per sempre - con la propria amata. Va bene, c'è qualche morto ammazzato, ma nulla che possa anche lontanamente dirsi goresco. Nel finale, la mummia e la formula magica-rituale, capace di rianimare dal regno dei morti, sprofondano nelle acque melmose di uno stagno ricreato in un teatro di posa britannico, facendo capire che l'amore durato millenni è affogato per sempre. Quando si è tristi per il fato del "mostro"...
     
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